Una foglia contro i fulmini

 

 

Di questo libro sentii parlare proprio Tonino Guerra, all’indomani della sua uscita. Ne spiegava il titolo folgorante, quasi formula iniziatica, che gli aveva trasmesso un nobile conosciuto in Georgia. L’uomo, in fuga dalle persecuzioni dei comunisti, non alludeva a nessun fatto politico, come in un primo momento aveva pensato il poeta, ma attribuiva a quelle parole un fatalismo letterale, perché secondo lui bisognava «credere a tutto, specialmente alle cose che sembrano impossibili. In questa vita troppa gente vuole cancellare gli errori e le piccole credenze popolari. Eppure le grandi verità non sopportano la chiarezza». Così senza saperlo questo gentile signore ritirato in una casupola…
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