Andrei Konchalovsky – Michelangelo

 

 

Firenze la velenosa, l’ingrata, la gran puttana perché corteggia e poi tradisce i suoi artisti. Ma al suo dolcissimo veleno non si può rinunciare. Il film di Andrei Konchalovsky inizia così, su un sentiero di campagna dove risuonano i passi di un Michelangelo esagitato, una figura monastica, quasi penitenziale, in sandali e saio, impegnato in un monologo acceso, un’invettiva contro tutto e tutti, i suoi committenti, gli uomini di potere, la corruzione della sua epoca. L’artista si sente braccato, sotto assedio, accerchiato dai propri demoni. Se la prende perfino coi corvi che gli gracchiano addosso, ovunque arrivi.
È il ritratto di un uomo…
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