E niente.
Anzi tanto.
Oggi ero in una piccola frazione, dalle parti di Levico.
In un un campetto c’erano una trentina di ragazze, ragazzi e bambini, dai nove ai sedici anni grosso modo.
Giocavano con palloni, anelli, foulard.
Grandi e piccoli, maschi e femmine, mischiati in un luminoso turbinio di salti, abbracci, cadute e pacche sulle spalle. Le voci, le grida, le risate rotolavano via come allegre onde spumeggianti.
Non ho visto cellulari e da una cassa, in sottofondo, udite udite,
uscivano le note di un brano dei Queen.
Di proposito non ho scattato foto, perché avrei sporcato quel bellissimo momento, ma quando sentirò, per l’ennesima volta, decretare che i giovani non hanno valori, che non hanno rispetto che sono…
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