Il poeta che cercava Dio
di Iannozzi Giuseppe
Lo incontrai che era già stanco. Andrea trascinava il corpo lungo via Roma, lasciando di sé un esile riflesso sugli specchi delle vetrine, tenendo lo sguardo fisso a terra. Era cambiato, colpa della malattia, ma il passo era quello che sapevo, di Andrea.
Gli tesi la mano, lui la prese nella sua ma senza alzare lo sguardo su di me.
Biasciò due parole: «Sono malato».
«Sì, lo so.» Tossii. Lasciai la sua mano affinché cadesse nel vuoto.
A quel tempo fumavo ancora, oggi non più; accesi una Camel e ne respirai due boccate.
«Ti accompagno.»
Tenendo lo sguardo basso: «Nessuno te lo impedisce».