L’uomo che vendette il mondo
di Iannozzi Giuseppe
Si abbottonò il cappotto e uscì di casa. In strada faceva freddo: la nebbia mattutina faticava a levarsi di torno, ma il lavoro, per quanto non gli piacesse, non poteva essere rimandato.
Si aggiustò il nodo della cravatta e finalmente si decise a bussare. Alla porta venne una signora né bella né brutta, solo insignificante. Era strana. Bastarono due chiacchiere e quella gli spalancò la casa invitandolo a entrare, ad accomodarsi. Sembrava una donna insignificante anche nel poco residuo cervello che le era rimasto nella scatola cranica: questa l’impressione che l’uomo ne ebbe di primo acchito.