Una brutta storia
Iannozzi Giuseppe
Erano giorni massacrati dall’odio: in città si respirava piombo e si moriva in silenzio, ingoiando i lamenti, badando bene di restare accucciati in un angolo buio, perché la morte potesse essere almeno l’ultima severa intimità non presa d’assalto dallo scherno fascista.
“Che farai adesso?”
Vittorio fissò la donna, con sguardo fintamente spento, per un solo istante: “Niente.”
Agnese si pronunciò in una smorfia di consapevolezza; sapeva che il niente di Vittorio significava molto.
Accese l’ennesima sigaretta. L’appuntamento era saltato: non era sorpreso. O i…
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