Plasmate nell’argilla da mani anonime fra il IV e il III secolo a. C. queste statuine di una ventina di centimetri, di soggetto femminile, probabilmente offerte come ex voto – madri, korai, figure mitologiche – prendono il nome dal luogo in cui sono riaffiorate nel 1870. Anzi, la cittadina greca situata in Beozia dove i manufatti erano sepolti aveva nel frattempo deciso di chiamarsi Grimada. È stata la risonanza della scoperta a farle rispolverare l’antica denominazione. Il fortuito colpo di badile di un contadino ha dato avvio ad una delle più sorprendenti scoperte nel mondo dell’arte greca. Sono reperti che commuovono, di piccole dimensioni, ricavati da un materiale povero,…
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