Fotografare l’antico significa porsi in un dialogo vivo con i segni del passato, con le tracce di un’umanità che ci pare talvolta lontanissima, inafferrabile perché da lei ci separano secoli o anche millenni. Eppure un mezzo così innovativo, questa prodigiosa scrittura fatta di luce, a contatto con i reperti delle civiltà inghiottite dalla storia sembra rivelare ancor più interamente il proprio incantesimo.
Il lavoro di Luigi Spina sulle terrecotte votive sidicine si apre come una porta sulle memorie di una cultura che ha lasciato tracce assai labili nella latinità, dal momento in cui Roma, accrescendo la sua posizione,…
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